mercoledì 12 novembre 2008

La pinneggiata...terza parte

Con questo mio post vorrei porre l'attenzione Dopo che Ilaria ha parlato della biomeccanica e degli errori di pinneggiata anche sull'attrezzo che utilizziamo per la nostra propulsione:
le pinne.
La pinna contribuisce non poco ad evidenziare errori o ad esaltare la prestazione, questo perchè è il binomio Subacqueo - pinna che dobbiamo prendere in considerazione a prescindere dalle prestazioni dei due soggetti separati.
Mi spiego: possiamo avere atleti preparatissimi fisicamente che con pinne non adatte dimezzano le loro potenzialità contrariamente abbiamo pinne eccezionali che indossate da soggetti inadeguati risultano mediocri.
A quanto detto aggiungiamo che alcune pinne portano ad evidenziare alcuni errori sia a causa della loro forma che della loro durezza.

Per esempio: le pinne lunghe fino a qualche anno fà avevano una larghezza che portava il sub ad allargare eccessivamente le gambe compromettendo il lavoro nel suo insieme; attualmente tutte le pinne hanno larghezza ridotta per consentire una falcata stretta quindi più fluida ed idrodinamica.

Passiamo alla lunghezza delle pinne: attualmente la misura massima è 80 cm mediamente siamo attorno ai 75 cm questo dato ci fa capire che si tratta di una media perchè sicuramente vi sono atleti le cui leve (gamba + piede) sopportano bene queste lunghezze mentre altri con leve più corte hanno maggiori difficoltà con queste misure ed hanno quindi bisogno di lobature.

Molto importante a questo proposito ritengo sia la durezza delle pinne che ci consente a parità di lunghezza e di larghezza di scegliere le "nostre" pinne, insieme con i materiali e di cui ho già parlato in un altro post.

Se abbiamo scelto la pinna giusta sicuramente non dovremmo avere grossi problemi nel gestirla ma le prove da fare sono molte.
Consiglio di perdere un pò di tempo per provarle in piscina sia nel nuoto in superficie sia in dinamica sicuramente ci renderemo conto immediatamente del modo in cui rispondono l'attrezzo e il nostro corpo.
Buona norma è quella del sostentamento in pinneggiata dove riusciamo a simulare una risalita ed ad impegnare duramente le pinne, ciò ci permette di valutare la resa e soprattutto la reattività di stacco, in questo modo riusciamo anche ad evidenziare difetti di calzata che normalmente riteniamo poco importanti ma che al contrario sono fondamentali, basti pensare che molti dei nostri crampi sono dovuti proprio alla cattiva calzata.
Purtroppo molte calzate sono doppie (42/44) questo non consente una vestizione perfetta a tutti i piedi, dobbiamo quindi gestire il numero con il calzare da 3 o 5 mm così da trovare la giusta misura.
Altro esercizio che ci permette di valutare se abbiamo fatto un buon acquisto è la pinneggiata contro il bordo dove andiamo a simulare un nuoto subacqueo frenato, dove si evidenziano le posture, (bacino gamba piede pinna) che sono all'origine di molti degli errori di cui ha parlato Ilaria.
E come dice giustamente Ilaria, buona norma è quella di farsi vedere dal proprio compagno, o dall'istruttore, addirittura può essere utile una ripresa subacquea così da poter rivedere l'azione per migliorarla.
Video tratto dal corso apnea SSI.

Spero di aver fatto una cosa utile a tutti...

Se avete dubbi o domande non esitate a chiedere... per me è un immenso piacere poter rispondere.

1 commento:

ilaria ha detto...

Consigli veramente molto utili!!
Devo dire che da bombolara devo abituarmi ad avere le pinne lunghe lunghe...personalmente mi capita di chiudere un pò la zampetta destra e quindi le pinne si toccano....
Come faccio a saperlo? Mi ha guardato Ale...sennò col cavolo che capivo dove sbagliavo!!