Sin dallo stadio di embrione, passando al feto nel liquido amniotico per arrivare alla nascita, l'uomo ha una predisposizione all'apnea.
Il riflesso d'immersione, tipico dei mammiferi marini, è presente anche nell'uomo e infatti il neonato conserva nei primi mesi di vita il riflesso involontario della chiusura della'epiglottide che gli permette, se immerso in ambiente acquatico, di non bere, di rimanere in apnea e di "nuotare" con gesti coordinati ed efficaci.
Quindi il riflesso d'immersione è una caratteristica dell'uomo e di conseguenza dell'apneista che dovrà allenarlo e svilupparlo.
Dal momento in cui ci immergiamo il riflesso di immersione scatena delle modificazioni fisiologiche: bradicardia con riduzione dei battiti di circa il 10/20% (tipica dei mammiferi marini; pensate che le foche diminuiscono i loro battiti a 6/8 il minuto), vasocostrizione periferica con la ridistribuzione del sangue agli organi nobili (cuore, cervello e polmoni ) permette all'apneista di ridurre automaticamente il consumo di ossigeno, si verifica anche una decontrazione della muscolatura, si ha inoltre la splenocontrazione con l'immissione di globuli rossi e conseguente aumento dell'emoglobina nel sangue (maggior ossigeno trasportato e ritardo del punto di rottura dell'apnea).
Purtroppo il nostro Diving reflex è imperfetto perchè provoca un aumento della pressione arteriosa e la possibilità di comparsa di a ritmie cardiache,cosa che non accade nei mammiferi marini.
Insomma siamo in tutto e per tutto simili ai mammiferi marini....loro però sono più fortunati... anche perchè vivono nel Sesto Continente..noi siamo solo ospiti...purtroppo!
Il riflesso d'immersione, tipico dei mammiferi marini, è presente anche nell'uomo e infatti il neonato conserva nei primi mesi di vita il riflesso involontario della chiusura della'epiglottide che gli permette, se immerso in ambiente acquatico, di non bere, di rimanere in apnea e di "nuotare" con gesti coordinati ed efficaci.
Quindi il riflesso d'immersione è una caratteristica dell'uomo e di conseguenza dell'apneista che dovrà allenarlo e svilupparlo.
Dal momento in cui ci immergiamo il riflesso di immersione scatena delle modificazioni fisiologiche: bradicardia con riduzione dei battiti di circa il 10/20% (tipica dei mammiferi marini; pensate che le foche diminuiscono i loro battiti a 6/8 il minuto), vasocostrizione periferica con la ridistribuzione del sangue agli organi nobili (cuore, cervello e polmoni ) permette all'apneista di ridurre automaticamente il consumo di ossigeno, si verifica anche una decontrazione della muscolatura, si ha inoltre la splenocontrazione con l'immissione di globuli rossi e conseguente aumento dell'emoglobina nel sangue (maggior ossigeno trasportato e ritardo del punto di rottura dell'apnea).
Purtroppo il nostro Diving reflex è imperfetto perchè provoca un aumento della pressione arteriosa e la possibilità di comparsa di a ritmie cardiache,cosa che non accade nei mammiferi marini.
Insomma siamo in tutto e per tutto simili ai mammiferi marini....loro però sono più fortunati... anche perchè vivono nel Sesto Continente..noi siamo solo ospiti...purtroppo!