Matsya in sanscrito significa “pesce”. Nelle leggende indiane si narra del dio indù Vishnu che assunse tali sembianze per salvare il mondo dal diluvio. Matsyasana (Posizione del Pesce) deve il nome al fatto che permette di galleggiare nell’acqua comodamente.
Matsyasana agisce in particolar modo sul torace. Poiché favorisce la respirazione alta a livello delle clavicole, gli apici dei polmoni vengono ossigenati, purificati, fortificati e mantenuti sani. Ciò consente di espandere completamente la cassa toracica, giovando alla respirazione profonda e aumentando la capacità polmonare. I muscoli del torace vengono tonificati, favorendo lo sblocco del dorso e aumentando forza e vitalità. Inoltre, scioglie e tonifica il collo. Scioglie le spalle, sensibilizza e ammorbidisce la schiena, facendo circolare il sangue stagnante dove vi sono tensioni e generando un piacevole calore. Grazie all’estensione di tutta la colonna vertebrale, Matsyasana tonifica e dona benefici anche alla zona lombo-sacrale. Inoltre, allunga l’area del plesso solare (spesso soggetta a crampi e tensioni) decongestionandola. Tutti gli organi addominali vengono irrorati e massaggiati dalla respirazione profonda. È ottima per ridurre l’addome, assottigliare il giro vita e in caso di costipazione. Le surrenali e il pancreas vengono stimolati. Tonifica e vitalizza la zona pelvica e gli organi genitali.
Variante facile. Sdraiati sulla schiena a gambe distese e piedi uniti. Sistema le mani sotto i glutei con il palmo a terra e le braccia con i gomiti vicini sotto la schiena. Ispira profondamente, solleva il torace e inarca la schiena, sostenendoti sui gomiti; lascia scivolare la testa indietro fino ad appoggiarne la sommità a terra. Dopo qualche respiro di assestamento, sposta i gomiti più avanti; inspira, fai scivolare la testa ancora verso il bacino, per accentuare l’arco dorsale. Per sciogliere la posizione, srotola bene tutta la colonna vertebrale. Il respiro è ampio, soprattutto nella parte alta del torace, mentre a livello addominale è ridotto. Quando espiri, svuota i polmoni completamente, fino a contrarre l’addome per espellere i residui d’aria. Inizialmente, mantieni la posizione per 10 respiri profondi. Grazie all’intenso stiramento della zona addominale, nel caso di costipazione, possono emergere nausea o capogiri; da qui l’importanza della pratica a stomaco vuoto e a intestino libero.
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Variante con supporti. Se all’inizio hai la schiena molto rigida e curvata in avanti, puoi usare un mattone e un cuscino come supporti per ammorbidire e decongestionare tutta la parte alta. Così aiuti il torace ad aprirsi. La stessa cosa vale se hai problemi alle vertebre cervicali, perché in tal modo non inarchi troppo o non irrigidisci il collo, mantenendo la gola più morbida e il collo più rilassato. Sistema un mattone a terra e sieditici a circa due spanne, con le gambe allungate in avanti. Sdraiati con attenzione a terra, avendo cura di appoggiare il mattone sotto la schiena proprio tra le scapole, non più in basso, per sostenere il torace. Dopodichè, appoggia la testa su un cuscino (prima più alto, e via via più basso) per non gravare sul collo. Puoi tenere le braccia lungo il busto con le mani appoggiate sul bacino oppure distese lungo i fianchi. Mantieni la posizione con supporti più a lungo di quella classica (anche per 10/15 minuti), respirando profondamente e portando l’attenzione al torace, al respiro, stirando bene l’addome. Questa variante con supporti è ottima come preparazione a Matsyasana classico, perché espande progressivamente il torace e riscalda il dorso, allargando la respirazione e tutta la zona del cuore. Inoltre è molto rilassante, risveglia il respiro profondo, ecco perché la si può usare anche nelle fasi iniziali di una sessione di Pranayama.
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